URL SEO Friendly: 15 tecniche per ottimizzare le URL

da | Mar 6, 2018 | Posizionamento sui motori di ricerca

Nella SEO sono moltissimi i fattori che influenzano il posizionamento. Fra questi vi è l’utilizzo di URL SEO Friendly, ovvero di URL corte, chiare, semplici e “parlanti”. Qui sotto troverai 15 tecniche dettagliate per ottimizzare le url del tuo sito e migliorare il posizionamento.

url seo friendly

Quando si parla di ottimizzazione dei contenuti non si può certo sorvolare sulla creazione di un URL SEO Friendly, ovvero di un URL ottimizzato tanto per i motori di ricerca quanto per l’esperienza utente. Una URL strutturata in maniera corretta ti aiuta sia nel posizionamento organico sia nell’incremento del CTR (click through rate).

Vediamo allora 15 tecniche per la creazione di un URL SEO Friendly che ti aiuti a posizionare al meglio i tuoi contenuti. Ricorda, però, che nella SEO non esistono regole ferree: non prendere queste tecniche come diktat ma come consigli da applicare con il tuo buon senso.

1. L’URL brevi e semplici

Un URL breve è generalmente preferibile rispetto ad una di maggiore lunghezza, anche se ovviamente l’esagerazione non è necessaria. Creare un URL inferiore ai 50-60 caratteri è già più che sufficiente per ottimizzare il proprio contenuto. Certo è che quando ci si trova davanti a URLs con più di 100 caratteri si capisce che bisogna operare qualche modifica e andare a riscriverla per aumentarne il valore.

Questo è un suggerimento che ti consiglio di applicare non tanto nell’ottica di creare un contenuto piacevole agli occhi del motore di ricerca, sia esso Google o Bing, quanto per migliorare l’esperienza utente e l’usabilità. Google è tranquillamente in grado di processare un URL lungo, ma un utente troverà molto più semplice copiare ed incollare, condividere sui social ed embeddare (incorporare) un URL corto piuttosto che uno lungo.

Un’approfondita ricerca compiuta da Marketing Sherpa, della quale è disponibile un report di una decina di pagine in PDF, afferma che URL lunghi fungano da deterrenti per gli utenti, i quali si stancano di leggere e decifrarli, preferendo passare a quelli più corti, anche se in posizioni più basse.

2. Inserire le keywords negli URL è cosa buona e giusta

Nonostante le grandi discussioni a riguardo e a chi tutt’ora sbugiarda questo accorgimento, utilizzare le keyword all’interno delle proprie URL è ancora un’ottima pratica per ottenere un migliore posizionamento, per molte ragioni diverse.

Inserie keyword nell'url

Come puoi notare dall’immagine qui sopra l’inserimento della keyword all’interno di un URL è un primo richiamo alle informazioni contenute nel link che si andrà ad aprire. Questo è molto utile quando un utente si trova ad avere a che fare con link nei social network, nelle mail o semplicemente nelle anchor text delle pagine, il quale potrà scegliere se aprire il link oppure discriminarne preliminarmente il contenuto.

Un ottimo modo, quindi, per aumentare il CTR.

In seconda istanza quando un URL viene copiato e incollato senza che questo possieda un anchor text, quello che succede è che l’intero link viene utilizzato come anchor.

La terza ragione è quella più evidente e banale e, nel contempo, probabilmente quella di maggiore importanza, ovvero il fatto che le keyword inserite appaiono evidenziate nei risultati di ricerca. Questo è uno dei fattori che più induce un utente a scegliere un determinato risultato nelle SERP e a discriminarne gli altri.

Comunque sia tieni sempre conto delle parole di John Mueller, famoso Webmaster Trends Analyst di Google, il quale ha affermato, in un video del 2016, che la presenza di keyword nelle url sia un fattore di ranking molto piccolo e che quindi va bene utilizzarlo ma non bisogna perderci la testa o forzarlo. Queste vengono chiamate url parlanti, ovvero che comunicano al lettore quello che vi troverà all’interno del link. Un url Friendly dev’essere quindi parlante, breve e deve comunicare istantaneamente al lettore il contenuto del link.

3. Meglio utilizzare un singolo dominio

Per comprendere appieno questo accorgimento, necessario al fine di creare un URL SEO friendly, è fondamentale conoscere la struttura di un URL.

Anatomia URL SEO

Quello che ti consiglio è cercare di utilizzare un singolo dominio e di deprecare l’utilizzo di sotto-domini (o domini di terzo livello). A supporto di questa pratica ci viene incontro una whiteboard del 6 febbraio 2015 di Rand Fishkin di Moz, durante la quale ha spiegato le sue 15 best-practice per creare un URL Friendly. Fishkin ha più volte affermato come, per sua stessa esperienza, spostare un contenuto da un sottodominio al dominio principale gli abbia sempre permesso di ottenere un sensibile miglioramento del ranking.

Un esempio noto è la guida guides.moz.com che nel 2011-12 era posizionata soltanto al settimo-ottavo posto per la keyword SEO Guide. La stessa, dopo essere stata spostata nel 2013 su moz.com/beginners-guide-to-seo, si è posizionata fra il primo e il secondo posto, mostrando un miglioramento che ha dell’incredibile.

Un altro esempio a sostegno dell’utilizzo di un singolo dominio è quello di Timo Reitnauer, proprietario del blog iwantmyname, il quale ottenne un’ingente diminuzione di traffico spostando i contenuti su un sotto dominio. Il sunto di tutta questa pappardella è che i sottodomini possono compromettere in maniera davvero pesante il tuo ranking e, per questo, è preferibile non utilizzarli.

https://alvisecanal.it/blog    (Scelta preferibile) https://blog.alvisecanal.it     (Scelta sconsigliata)

4. Scrivi URL semanticamente corretti e leggibili dagli utenti

La questione è tanto semplice quanto semplice dev’essere l’URL: più questo è facilmente leggibile e comprensibile all’utente, più piacerà anche ai motori di ricerca. E’ fondamentale che nella formattazione delle URL non compaiono querystring in aramaico o, peggio ancora, querystring complesse e articolate come:

pagina.phpid=612&lang=en&templ=gold&sblablu=34657EGDD

Accessibilità ed esperienza utente devono essere i capisaldi nelle tue strategie SEO, perché hanno una grande influenza sui motori di ricerca, i quali sono in grado di analizzare engagement e leggibilità di un URL. Devi inoltre puntare ad invitare l’utente a selezionare il tuo risultato in mezzo alle varie SERP, ed un URL chiara, semplice e leggibile aiuterà il visitatore a comprendere fin da subito di cosa si parla all’interno del link. Così facendo sarà maggiormente predisposto a preferirlo rispetto ad URL più complessi.

URL parlanti SEO

5. Usare la canonicalizzazione per URL multipli aventi lo stesso contenuto

Capita spesso, soprattutto in siti di grandi dimensioni, di incorrere in contenuti duplicati oppure in pagine raggiungibili da URL differenti. Questo può portare al verificarsi di due problematiche più o meno gravi. La prima è quella di incorrere in penalizzazioni, in caso di numerosi contenuti duplicati, la seconda è invece quella della divisione di ranking signal, il quale può portare ad un drastico calo nel flusso di traffico di ricerca.

La soluzione, quando ci si trova davanti ad una pagina A avente un determinato potenziale di posizionamento e al suo duplicato B, il quale ha un potenziale simile, è quello di rendere canonica la prima pagina A, così da aumentare le possibilità che quest’ultima pagina ottenga un posizionamento migliore e più visualizzazioni. In sintesi, quando ti trovi davanti ad un contenuto duplicato, puoi procedere in due maniere diverse:

  • Effettuare un redirect 301 in caso non esista alcuna ragione per mantenere il contenuto doppio. Questo reindirizzamento è necessario per comunicare a Google che un contenuto è stato definitivamente spostato e, grazie ad esso, potrai conservare il PR di quella pagina.
  • Utilizzare il rel=canonical in caso si ritenga necessario mantenere due versioni differenti A e B che rimandino allo stesso contenuto

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6. Tieni distanti i parametri dinamici

Il sesto punto di queste 15 pratiche per la creazione di un URL ottimizzato SEO prevedeva di creare url parlanti e semplici, i quali, per esserlo, non devono presentare i parametri dinamici. Non inserirli è sicuramente la prospettiva migliore ma può capitare di trovarsi ad avere a che fare con URL che li presentano. Come comportarsi a riguardo?

url parametri dinamici

Se l’URL presenta più di due parametri la migliore scelta che puoi prendere è quella di impiegare un pò del tuo tempo per riscriverlo in una versione statica e leggibile. Generalmente si consiglia l’operazione di rewriting sopra i due parametri ma, personalmente, se riesci a non farne apparire neppure uno ne guadagnerai in termini di visibilità e posizionamento.

Ad oggi quasi tutti i CMS, come WordPress, offrono la possibilità di riscrivere l’URL in maniera semplice ed intuitiva. In caso contrario puoi utilizzare alcuni strumenti come il mod_rewrite oppure ISAPI_rewrite, che ti aiutano nella riscrittura degli URL.

Capita di incorrere in URL che presentano parametri dinamici solitamente in due occasioni: la prima è nei profili social e nei link di condivisione di piattaforme di social sharing come Buffer, la seconda è in presenza di siti che utilizzano sistemi di tracciamento dei link per le affiliazioni. In linea generale questi non creano grossi problemi o disagi ma c’è il rischio che un utente incorra in link piuttosto lunghi e complessi, che lo indispongono. Qui spetta al tuo buon senso capire se il bilancio fra aspetti negativi e positivi ti conviene oppure se è meglio mettere mano ai link.

Ultimo aspetto da tenere sotto controllo è che i link nei quali è presente un vanity domain ottengono un aumento considerevole di click rispetto a link non brandizzati o accorciati con programmi di URL shortening come bit.ly. Questo è stato reso evidente da una ricerca svolta dallo studio di RadiumOne del 2014, i quali indicavano un incremento medio di click di quasi il 25%.

ricerca studio RadiumOne

7. Comporre URL identiche ai titoli

Questa è una delle tecniche più consigliate per la creazione di URL ottimizzati e consiste nel far coincidere i titoli degli articoli con l’URL, in maniera più o meno identica. Nella maggior parte dei casi non sarà necessario che l’URL sia perfettamente identica al title, ma potrebbe, anzi dovrebbe, essere molto simile. Se ad esempio stai scrivendo un articolo intitolato “Le 5 pratiche preferite per un url ottimizzato” puoi scrivere:

https://sitoesempio.come/5-pratiche-preferite-url-ottimizzato

oppure

https://sitoesempio.come/pratiche-preferite-per-creare-url-ottimizzato

Queste vanno ovviamente bene entrambe, come andrebbero bene altre ipotetiche variazioni. Quello che è importante è che l’utente che si trova davanti al tuo link sia in grado di comprendere subito di cosa si parli all’interno e che l’URL non tradisca le sue aspettative. Se infatti hai composto un URL che ha poco a che vedere con il contenuto della pagina, stai sicuro che l’utente uscirà nel giro di qualche secondo, così da peggiorare il tuo bounce rate. E tu non vuoi questo, vero?

8. Parliamo di “Stop Word”

Stop word o non stop word, questo è il problema.

Se stai leggendo questo articolo sono certo che almeno una volta nella tua vita ti sei chiesto come porti davanti a questo dilemma, e le voci discordanti che si trovano in rete non sono sicuramente d’aiuto. Il consiglio più frequente che troverai è quello che ti consiglia di non ritenere necessario l’inserimento delle stop word nei tuoi URL (a proposito, qui ne trovi una lista italiana), sia per rendere l’URL più corto, sia per renderlo più leggibile.

Il mio pensiero, invece, è un pò controcorrente. Personalmente trovo più utile inserire le stop words nei miei URL, proprio per migliorare l’esperienza dell’utente. La questione la trovo piuttosto semplice. Se un URL è leggibile, chiaro e comprensibile senza stop word, allora non ha senso inserirle, ma se il loro inserimento può aiutare l’utente nella comprensione dell’URL, allora è d’obbligo inserirle. My 2 cents 😉

9. Non utilizzare la punteggiatura

Torniamo sempre al punto di partenza: come puoi creare URL semplici e chiari se vai ad aggiungerci la punteggiatura? Facile, non puoi. Per questo il mio consiglio spassionato è quello di rimuovere qualsiasi carattere strano e simbolo di punteggiatura, per aumentare la leggibilità. Su Perishable Press trovi un articolo dettagliato nel quale si esorta a non utilizzare i caratteri.

caratteri speciali nelle url

L’utilizzo di caratteri è deprecato per due diverse ragioni: la prima è quella evidenziata sopra, ovvero che rende maggiormente complessa la lettura dell’URL, la seconda è che possono risultare potenzialmente dannose per alcuni browser, crawler o CMS, non in grado di codificarli.

10. Redirect? Si, ma vacci piano

Secondo un hangout del 2014 di John Muller, GoogleBot sarebbe in grado di seguire fino a 5 reindirizzamenti senza alcun problema, ma spingersi oltre risulta rischioso. Se un URL A reindirizza ad un URL B, non ci sono assolutamente problemi: googlebot è tranquillamente in grado di comprenderlo. Non si verificano problemi neppure se l’URL B rimanda ad un terzo URL C, anche se in questo caso sarebbe preferibile un reindirizzamento direttamente dall’URL A. Oltre, però, iniziano i problemi.

Quindi, nonostante le dichiarazioni di Muller, il mio consiglio è fermarsi ad un massimo di due reindirizzamenti. Limitare i reindirizzamenti è una delle buone pratiche consigliate dai motori di ricerca e, inoltre, si potrebbero andare incontro a problemi nelle navigazioni da mobile, i quali browser possono presentare blocchi per i loop di reindirizzamento, rendendo così non raggiungibile la risorsa.

11. Limita l’utilizzo delle cartelle

Prendi in considerazione le due differenti versioni dell’URL che rimandano allo stesso contenuto:

sitoesempio.com/SEO/seo-copywriting/pratiche-seo/10-consigli-seo-copywriting sitoesempio.com/SEO/10-consigli-seo-copywriting

Se hai letto fino a questo punto non credo serva dirti quale delle due versioni sia migliore, vero? In realtà le cartelle, o directory, non danneggiano direttamente le prestazioni ma, come sempre, un abuso è rischioso, soprattutto perché si rischia di trasmettere, ad utenti e a spider, una percezione di elevata profondità della pagina web e, ovviamente, si finisce per comporre un URL con una stringa eccessivamente lunga.

12. Se puoi lascia perdere gli hash

L’hash non è altro che il carattere cancelletto (#), il quale viene utilizzato per due diverse ragioni:

  • per rimandare l’utente in una precisa sezione della pagina web
  • per tracciare alcuni parametri e monitorare alcune fonti di traffico (#src=twitter)

Senza dilungarci troppo, questi sono gli unici due casi in cui è necessario utilizzare gli hash. Una case history molto interessante mostra come Amazon e Twitter abbiano ottenuto enormi benefici dalla semplice eliminazione degli hash e riscrittura degli URL che li contenevano. Se puoi evitarli, fallo.

13. Come comportarsi con i caratteri maiuscoli nelle URL

Per comprendere come utilizzare e, soprattutto, se utilizzare i caratteri maiuscoli, dobbiamo introdurre la questione della case-sensitiviy. Se si ha a che fare con server Microsoft/IIS non si presenterà alcuna distinzione fra caratteri maiuscoli e minuscoli, quindi si parla di case insensitive. Se, invece, utilizzi come hosting del tuo sito un ambiente Linux/UNIX, si possono andare a verificare dei problemi nella comprensione dei caratteri, quindi si parla di case sensitive.caretteri maiuscoli minuscoli La mia soluzione è semplicemente quella di andare ad utilizzare sempre caratteri minuscoli e, in caso ci si trovi ad avere a che fare con URL che presentano caratteri maiuscoli, reindirizzarli ad un URL minuscolo.

14. Come separare le parole negli URL

Originariamente hyphens(-) e underscores(_) erano codificati diversamente dai motori di ricerca e, quindi, veniva consigliato l’utilizzo dei trattini per separare le parole. Oggi, invece, sono interpretati in maniera uguale e non vi è quindi distinzione fra i due, per quanto personalmente preferisca sempre utilizzare i trattini che danno la sensazione di un URL più chiaro e semplice.

Quello che non devi mai e poi MAI fare è andare ad utilizzare “lo spazio” come separatore. Il suo utilizzo genera un parametro %20 all’interno della stringa, il quale peggiora notevolmente l’esperienza dell’utente e la leggibilità dell’URL.

15. Attento al Keyword Stuffing

Le operazioni di keywords stuffing sono state deprecate ormai da lungo tempo dai motori di ricerca e la ripetizione di keyword non solo non ti sarà d’aiuto nel posizionamento del tuo contenuto ma, anzi, lo penalizzerà e posizionerà in posizioni più basse nelle SERP.

url keyword stuffing

Quando finisci la creazione di un contenuto o di una pagina web assicurati di ricontrollare ogni suo aspetto prima della pubblicazione. Creare un contenuto di qualità che vada poi ad essere penalizzato a causa del keyword stuffing è davvero un peccato, quindi poni sempre molta attenzione a non sovra-ottimizzare i tuoi contenuti, per assicurarti i migliori risultati.

Conclusioni

Come hai avuto modo di vedere ottimizzare le proprie URL è davvero semplice e ti permette di ottenere un discreto miglioramento nel posizionamento sui motori di ricerca. Un URL SEO friendly non è nient’altro che una URL parlante e di facile compressione che comunichi sia a Google che all’utente il contenuto della pagina linkata.

Se invece utilizzi tecniche diverse per l’ottimizzazione delle tue URL e dei tuoi permalink, scrivi nei commenti i tuoi pensieri e accorgimenti in merito.