Ci siamo, oggi si parla di link building e, per l’esattezza, della tecnica più usata (e abusata) per acquisire backlink, ovvero la redazione di guest post.
Sappiamo tutti, infatti, che negli ultimi anni acquisire link, soprattutto di buona qualità, è diventato sempre più complesso. Blogger e redattori sono sempre più parchi nell’inserire link esterni nei propri pezzi e i link naturali sono ormai una leggenda, soprattutto per chi magari gestisce realtà editoriali di piccole dimensioni.
In questo scenario, il guest blogging risulta essere il modo più semplice, economico e controllabile per avviare campagne di link building profittevoli (pensa lo stesso anche Neil Patel e il Search Engine Journal).
Da quello che vedo e leggo in giro, però, c’è molta confusione attorno a questo argomento. Non tanto su cosa sia o meno il guest posting e come sfruttarlo correttamente all’interno delle proprie strategie di link building per migliorare il posizionamento organico.
Confusione e errori più grandi si compiono durante la fase di stesura e strutturazione stessa di un guest post.
Lavorando sia come SEO che come redattore ho avuto modo di pubblicare un gran numero di guest blog e di riceverne altrettanti per la pubblicazione all’interno dei miei siti. Per questo ci tengo ad esprimere il mio punto di vista su come utilizzare e sfruttare al meglio questa tecnica di link building e su come scrivere guest post che abbiano un reale riscontro e portino benefici, sia al sito linkato che a quello linkante (punto fondamentale di questo articolo). Per me, infatti, dev’essere un rapporto win-win.
Ma vediamo di partire dalle basi per chi è alle prime armi e magari si affaccia per la prima volta a questi termini. I più esperti, invece, possono passare direttamente ai punti successivi.
Cos’è il guest blogging
Con questo termine si definisce la pubblicazione, in un sito A, di un articolo contenente uno o più link ad un sito B volti ad aumentare l’autorevolezza e il posizionamento del dominio B. Il guest post, quindi, non è altro che un articolo pubblicato su un sito non proprio con lo scopo di ottenere un backlink e migliorare il ranking.
La tecnica di guest posting si suddivide essenzialmente in tre frasi:
1) Outreach, ovvero la ricerca dei siti e blog all’interno dei quali andare a pubblicare e la valutazione della loro bontà. Sarà infatti necessario valutarne la qualità per comprendere se siano siti valido e sicuri. Questo si fa studiandone il traffico, le metriche di tool come SEOzoom e Majestic, le keyword posizionate e i contenuti pubblicati.
2) Digital PR, o per meglio dire la fase in cui si contattano i publisher al fine di richiedere la pubblicazione nei loro siti, la quale generalmente viene concessa dietro compenso. Per quanto, infatti, Google affermi nelle sue linee guida che l’acquisto di link a pagamento sia contrario alle sue regole, il guest post viene al 99% dei casi comprato.
Un’alternativa all’acquisto potrebbe essere uno scambio di link mediante triangolazione, il regalo di un prodotto venduto dal sito che sta cercando di pubblicare il guest o una consulenza SEO.
3) Stesura e pubblicazione, ovvero la fase in cui l’articolo viene scritto e pubblicato all’interno del sito partner. Come per tutte le altre attività di link building, a questi tre punti andrebbe aggiunto il quarto, ovvero quello di monitoraggio.
E’ sempre buona cosa tenere sotto costante controllo tutti i link acquistati, magari con un tool automatico come il link monitoring di SEOzoom, per verificare che i guest acquistati rimangano sempre online e non vengano cancellati o cambiati.
Può capitare, infatti, che per mille ragioni diverse il webmaster del sito decida di eliminare il post, lo cancelli per sbaglio, ne modifichi l’attributo del link (inserendolo in nofollow) o addirittura chiuda il sito. Grazie ai tool di monitoraggio avrai tutte queste situazioni sotto controllo e potrai intervenire nel modo più efficace possibile in base alla situazione.
Un altro consiglio che dovresti tenere in considerazione è quello di gestire tutte le conversazioni relative all’acquisto del link per mail e di mettere sempre per iscritto che il link non dovrà mai essere cancellato.
Perché scrivere un guest post: tutti i vantaggi
Abbiamo già visto la ragione principale per cui procedere alla pubblicazione di guest, ovvero la scarsità di link naturali e la difficoltà nel reperirne di qualità. Tralasciando, in questo articolo, tutti i vantaggi che può avere una campagna di link building ben strutturata, voglio soffermarmi sulle ragioni che ti dovrebbero portare a scegliere proprio questa tecnica.
Ti aiuta a costruire nuove relazioni
Cosa sono i link? Sono una connessione fra diversi siti, la struttura di base di tutto il word wide web. E possiamo noi esimerci da questa natura tralasciando l’importanza delle relazioni nel web? Certo che no!
Oggi creare un rapporto di fiducia con altri blogger, consulenti o professionisti è imprescindibile per avere successo online, soprattutto in determinate nicchie. Ed ecco che emerge, quindi, l’ennesimo vantaggio ottenibile dall’applicazione di questa tecnica di link building, ovvero la creazione di relazioni con altri pubblisher, blogger, influencer e esperti del settore.
Grazie a questo strumento potremo costruire relazioni con nuove community e ottenerne tutti i benefici derivanti.
Acquisire traffico in target
Questo punto è cruciale; più sotto ti spiegherò nel dettaglio perché.
Quello che ora devi tenere a mente è che il guest post è uno strumento davvero potente, se usato nel modo corretto. Questo anche perché è in grado di fornirti un nuovo canale dal quale ottenere traffico in linea con i tuoi obiettivi e il tuo target. Non sottovalutare questo aspetto!
Ti faccio un esempio molto semplice per mostrarti l’importanza di questo punto.
Mettiamo tu gestisca un sito di abbigliamento da uomo. Decidi così di pubblicare un guest su un magazine che si occupa di lusso, con taglio maschile. Pubblichi il tuo bell’articolone di qualità, realizzato con tutti i crismi che vedrai più avanti e, cosa succede? Che da quel sito arrivano utenti al tuo e-commerce, utenti in target con il tuo prodotto e potenzialmente interessati all’acquisto.
Quindi non solo stai potenziando il sito lato SEO, ma stai anche ottenendo un nuovo canale di acquisizione che può portarti a genere conversioni, siano queste vendite o lead. Insomma, due piccioni con una fava.
Ed ecco anche perché la valutazione del traffico del sito linkante sarà importante nella nostra valutazione in fase di outreach, perché maggiore è il numero di sessioni e utenti che un sito registra, maggiori sono le possibilità che quel sito veicoli traffico verso quello linkato nel quest.
Aumentare la tua autorevolezza
Perché dovresti sbatterti per scrivere un guest di valore che poi va pubblicato in un sito non tuo? Perché, se quell’articolo porta la tua firma, gli utenti che lo leggeranno sapranno che l’hai scritto te e avranno una dimostrazione della tua competenza in materia.
Ti stai mostrando, ad un’utenza che magari ancora non ti conosce, come un professionista dal grande expertise, un punto di riferimento nel settore.
Non solo. Google stesso è in grado di associare alla tua persona tutti i contenuti e le risorse che hai scritto online e offline. In questo modo acquisirai autorevolezza come autore e professionista del settore, aspetto non di poco conto né nel branding né nella SEO, visto che l’autore del contenuto ha un enorme impatto nell’E-A-T.
Fare branding
Oggi siamo quasi tutti concordi nell’affermare che la strategia più profittevole di digital marketing sia quella incentrata sul branding. Certo, è una strategia a lungo termine, ma quello che può fare un brand consolidato e apprezzato non è confrontabile con gli altri canali.
Ecco, in quest’ottica questo strumento diventa un potentissimo mezzo attraverso il quale fare brand awareness, sia personal che non. Via guest post avremo modo di parlare del nostro prodotto, del nostro marchio o direttamente di noi ad un pubblico che magari ancora non ci conosce, ma in target con quello che offriamo/vendiamo.
In questo modo, sfruttando anche menzioni e citazioni, riusciremo a migliorare la visibilità del nostro brand e pure a migliorarne la brand image. Pensa, ad esempio, a quanto potrebbe fare, in termini di branding, la pubblicazione su un sito come Ansa, che viene letto da milioni di persone ogni giorno.
Pieno controllo
Un vantaggio da non sottovalutare nell’utilizzare questa strategia all’interno delle proprie campagne di link building è il completo controllo su ogni singola fase. Sei tu a scegliere il sito sul quale pubblicare il guest, sei tu che scegliere quale chiave inserire (manipolativa o branded?), sei tu a scegliere che tipologia di contenuto pubblicare e a poterlo strutturare nel modo più produttivo ed efficace rispetto ai tuoi obiettivi.
Nessun’altra tecnica di link building ti garantisce questo. Certo devi stare attento a come il publisher gestirà il tuo articolo ma mediante una buona comunicazione e un buon digital PR riuscirai sicuramente a prenderti delle sicurezze.
Come scrivere un guest post per acquisire traffico e valore
Ed ecco arrivati al fulcro della questione, all’aspetto che mi ha portato a scrivere questa guida.
Quello che deve esservi entrato in testa quando finirete di leggere questo articolo è che: il guest post deve essere una risorsa di grande valore e qualità.
Sembra un concetto semplice e banale ma, fidati, non è per nulla seguito. Avete mai provato ad acquistare un guest post con redazione inclusa? Quello che vi verrà fornito è un misero contenuto da 400 parole, blandamente ottimizzato SEO, redatto senza alcuna keyword research e, oltretutto, spesso scritto pure male. E se vi guardate attorno vi accorgerete che sono per lo più tutti così.
Ma come possiamo sperare di ottenere valore da un guest se quello che stiamo offrendo al sito e all’utente è zero?
Personalmente, e forse alcuni consulenti dissentiranno da questa mia affermazione, un guest deve necessariamente generare traffico e posizionarsi per qualche chiave, anche di coda lunga. Per quello che è il mio approccio alla link building, questa è la conditio sine qua non affinché un guest post sia efficace e ci aiuti ad ottenere un reale riscontro dalla nostra campagna.
Per questo, quando scrivi dei guest post, devi sottostare a certe regole.
1. Creare risorse di qualità
Google è ormai anni che ci rompe le scatole sul concetto di qualità, giusto? Sappiamo, infatti, che uno dei macrofattori di posizionamento è proprio la qualità del contenuto, inteso in tutte le sue caratteristiche. Più una risorsa è curata, mirata a soddisfare l’intento di ricerca e ad approfondire correttamente la query, migliore sarà il risultato che si può ottenere da questa.
E perché non si dovrebbe applicare questo principio anche ai guest? Se ci pensi un attimo, quale sarà il post a darti un maggior riscontro fra un contenuto scopiazzato e mal scritto e una risorsa di grande valore? Sì, la seconda, è logico.
Il motore di ricerca stesso apprezzerà quella specifica risorsa, attribuendovi uno score alto. Questo farà sì che anche tutti i link, esterni ed interni, contenuti in quel guest post acquisiscano ancora maggior valore e riescano ad attribuire ancora più autorevolezza al sito linkato.
E non stiamo parlando unicamente di benefici in termini di trasferimento di link juice e miglioramento del posizionamento organico. No perché, curando le risorse che si pubblicano su altri blog, è possibile rafforzare la propria autorevolezza come professionista/esperto del settore. La qualità e bellezza del contenuto ti aiuterà anche a fare branding, a farti notare e a farti apprezzare.
Ti sembra forse poco?
2. Ottimizzare il contenuto
Do quasi per scontato che se stiamo investendo ore del nostra lavoro per scrivere una super risorsa, questa dovrà anche essere opportunamente ottimizzata lato SEO. E non ti sto dicendo di buttarci due H2 qua e là di mettere qualche parolina in grassetto.
Devi curare quel contenuto come se dovessi pubblicarlo sul tuo sito.
Quindi devi effettuare una keyword research, studiare la SERP e le ricerche degli utenti su quel topic, analizzare l’intenzione di ricerca e poi scrivere una risorsa che abbia valore. Niente post da 400 parole. Scrivi 1000-2000 parole e esplora in modo approfondito l’argomento.
A questo punto potrai occuparti di tutti i dettagli tecnici per l’ottimizzazione per i motori di ricerca. Scrivi un title efficace, struttura l’articolo con i vari tag di titolazione (h2, h3 , H4 ecc), migliorane la leggibilità scrivendo paragrafi brevi e inserendo elenchi puntati e numerati.
E perché non inserire anche qualche bella immagine? Magari originale e non duplicata? Sappiamo, infatti, che anche le immagini hanno un bel peso nella qualità di una risorsa, quindi potrebbe essere cosa buona e giusta inserirne qualcuna, e ottimizzarla nei sui parametri SEO.
3. Sfruttare il sito di partenza
Un’altra cosa che non vedo quasi mai fare con i guest post è la stesura di contenuti che sfruttino la natura del sito di partenza e le sue caratteristiche.
Questo è declinabile in vari aspetti:
1. Taglio e ToV. Ogni realtà editoriale online ha un suo tone of voice e un taglio specifico con il quale comunica. Potrebbe quindi essere opportuno attenersi a questo, anche per dare una sensazione di coerenza al lettore abituale del sito. Pensa al target specifico di quel blog/sito e prova a comunicare con esso.
2. Scelta dell’argomento. Ogni sito, per quanto verticale o generalisti, ha sempre una categoria di articoli e parole chiave che preformano meglio e per le quali Google lo valuta più autorevole rispetto agli altri contenuti del sito. Prima di cominciare a scrivere, studia quinti la tipologia di contenuti presenti sul sito e dai una sbirciata con tool come SEOzoom o SEMrush per valutare quali sono i contenuti che funzionano di più.
Esempio semplice: se un sito travel parla di viaggi in tutto il mondo ma ha una categoria sui viaggi in Africa molto corposa e che si posiziona meglio rispetto agli altri articoli, forse è meglio scrivere un guest che abbia a che fare con l’Africa, piuttosto che con la Polonia. Ovviamente questo va un attimo mirato e pensato in base alla situazione.
3. I link interni. Sappiamo tutti la grande rilevanza e l’impatto che possono avere i link interni nell’ottimizzazione SEO. Quindi perché non inserire nel guest post vari link interni che puntino a risorse utili per l’utente, che magari approfondiscano il contenuto e ne vadano ad aumentare la qualità?
Va detto che sarebbe utile creare un articolo di valore anche per far venire voglia al pubblisher di inserire link interni dai suoi articoli al post che hai pubblicato. Sappiamo infatti che le pagine orfane non sono ben viste agli occhi di Google. Un contenuto, quindi, difficilmente raggiungibile, non otterrà il giusto apprezzamento del motore di ricerca.
Se però il webmaster comprenderà il valore dell’articolo e le sue potenzialità, magari consigliato da una mail in fase di gestione del contatto, potrebbe decidere di inserire l’articolo all’interno dell’architettura del suo sito.
E questo potrebbe potenziare in modo impressionante l’efficacia del tuo guest post!
4. Diversificare e progettare
La regola principale da seguire che quando si cerca di essere un buon link builder o guest blogger è quella di progettare a priori la strategia di acquisizione di backlink a lungo termine. Sappiamo, infatti, che una campagna di link building potrebbe essere pericolosa e controproducente, soprattutto se si spinge eccessivamente su chiavi manipolative e non si studia il profilo backlink di partenza.
Quindi non pubblicate sempre lo stesso guest post scritto in modo leggermente diverso per non creare contenuti duplicati, e non cercate di spingere sempre le stesse chiavi di ricerca.
Dovete diversificare tutte le variabili.
1. Cambiate tipologia di blog dove pubblicate. Non cercate sempre siti di qualità elevata o appartenenti alla stessa nicchia. Comprate anche da qualche generalista, da qualche sito di news o da qualche blog ancora piccolino. Dovete creare un profilo che sia credibile e naturale, per quanto possibile.
2. Cambiate contenuti e argomenti. Come guest blogger dovete evitare di scrivere sempre la stessa tipologia di contenuto. Variate il topic, il taglio e l’argomento.
3. Cambiate pagina da linkare. Avete un blog? Allora sfruttatelo per acquisire link che puntino ai suoi articoli, molto più credibili che link che puntano a schede prodotto o pagine di categoria degli e-commerce. Vi basterà poi implementare una buona strategia di internal linking per sfruttare la juice di quei link per spingere anche le pagine transazionali. Ovvio, anche queste dovranno prendere qualche link!
4. Variate le anchor text. Non usare sempre le stesse chiavi manipolative nei tuoi guest. Sfrutta anche le chiavi branded, utilizza anchor semi-navigazionali e inserisci menzioni negli articoli.
5. Variate la qualità. Per argomentare correttamente questo punto bisognerebbe scrivere un altro articolo, ma cerco di riassumertelo. Se non ricevi alcun link naturale e tutti quelli che ricevi sono dai guest, allora è meglio non scrivere solo pillar e contenuti di grande valore, ma anche post di più basso livello.
5. Inserire il link al posto giusto
Ci siamo. Una delle domande che vengono poste con più frequenza quando si parla di guest posting, è: “Ma dove va inserito il link?”.
Vero, come per, quasi, tutte le domande sulla SEO, la risposta dovrebbe essere dipende.
Vero, come ho detto sopra, vale il principio di diversificazione, quindi mai metterli sempre alla stessa altezza: meglio variare.
Generalmente, però, preferisco inserire i link in posizione prominente. Sappiamo, infatti, che anche la posizione del link e il contesto nel quale è inserito sono fattori che ne influenzano la rilevanza, qualità e juice che possono trasferire. Quindi, se ne hai l’occasione, perché non inserire il link nell’above the fold, o comunque nelle prime 100-300 parole?
Anche il paragrafo nel quale è inserito è ovviamente molto importante, oltre che alla scelta dell’anchor da utilizzare. Cerca di inserirlo in paragrafi che contengano co-citazioni, query secondarie e parole chiave rilevanti rispetto alla pagina che stai andando a linkare, così da assicurarti un risultato ancora migliore.
Ci sono realtà che non ti permetteranno di inserire il link all’interno del body della risorsa, ma che ti consentiranno di pubblicarlo unicamente nella biografia o alla fine del contenuto. Nessun problema: questi blog sono perfetti per il branding e, di solito, sono siti di grande valore, quindi anche un link in bio avrà la sua grande rilevanza.
6. Dare una ragione per raggiungere il tuo sito
Questo articolone, che ti ringrazio aver avuto la pazienza di leggere fin qui, è imperniato sul concetto di creare del valore attraverso il guest. Quando avrai finito di leggere l’articolo che vuoi pubblicare su di un altro sito, chiediti se è interessante e se potrebbe giustificare la visita al tuo sito dal link contenuto nel blog post.
Se la risorsa pubblicata sarà di qualità e il link inserito al posto giusto e nel modo giusto, stai sicuro che avrei centrato l’obiettivo di questa tecnica e che ti sarai assicurato un reale riscontro.
In conclusione, sii un bravo guest blogger
Ci siamo. Giunti a questo punto spero che il messaggio che volevo veicolare sia passato.
Quello che ci tengo a sottolineare è che il guest post è uno strumento davvero potente che se gestito nel modo corretto può portare a vantaggi sia al sito linkato che a quello ospitante. Quindi non devi neanche avere remore nel pubblicare all’interno del tuo sito web gli articoli di altri autori, ma ti devi semplicemente assicurare che la qualità di questi sia reale.
Seguendo questi piccoli consigli sono sicuro che migliorerai notevolmente l’impatto delle tue campagne di link building e ti accorgerai di quanto in realtà puoi ottenere attraverso i guest post!
Se poi hai altri consigli in merito all’argomento o lo vuoi approfondire, non fare il timido e commenta l’articolo 🙂