Cosa sono i TAG di WordPress e come utilizzarli nella SEO

da | Mar 19, 2020 | Posizionamento sui motori di ricerca

Fra gli elementi più abusati di WordPress figurano sicuramente i TAG, il quale uso è spesso ancora ignoto ai blogger in giro per il mondo. Quando andiamo ad analizzare un blog o ad effettuarne un audit SEO per verificarne le lacune e opportunità di miglioramento, è quasi scontato imbattersi in sitemap con centinaia e centinaia di pagine di TAG generate senza senso.

TAG WordPress

Spesso i SEO e i webmaster intervengono in modo assoluto inserendo tutti questi elementi in noindex o semplicemente eliminandoli. Eppure vi assicuro che il loro utilizzo non solo può essere utile all’utente e sensato a livello tassonomico, ma anche utile lato SEO per intercettare traffico da query che altrimenti non sapremmo come puntare.

Vediamo allora di fare chiarezza sul loro utilizzo partendo dalle basi, ovvero dalla comprensione di cosa siano questi elementi, per poi vedere come usarli nel modo migliore e come intervenire su siti che li hanno utilizzati in maniera errata.

Cosa sono i TAG di WordPress?

Prima di tutto è bene capire cosa sono le pagine TAG di WordPress e in che modo queste si differenziano dalle categorie, se lo fanno.

Cosa sono i TAGCome avrai sicuramente avuto già modo di vedere, queste non sono altro che pagine di archivio, ovvero elementi tassonomici che permettono di raccogliere tutti gli articoli all’interno dei quali si è utilizzata la stessa etichetta.

Le categorie permettono di fare la stessa cosa, ma fra i due elementi vi sono alcune piccole differenze.

La prima, che è anche quella più rilevante, è che non è possibile creare una gerarchia fra i TAG. Questi, infatti, quando vengono creati risultano tutti sullo stesso livello e non è possibile avere un “sotto-tag”.

Le categorie, ad esempio, permetterebbero di creare la categoria “Recensioni”, sotto la categoria madre “Film”, ottenendo una struttura del tipo dominio.it/film/recensioni/. Questo ci è invece impossibile con i TAG.

L’altra differenza è che nelle categorie è possibile rimuovere nelle URL il nome della directory, ottenendo permalink puliti del tipo dominio.it/film/ invece che dominio.it/category/film, mentre questo non è possibile con i TAG, i quali dovranno sempre avere il nome della directory nell’URL, tipo dominio.it/tag/natalie-portman.

Le differenze si fermano qui. Per il resto, infatti, entrambi gli elementi di WordPress servono a generare delle pagine di archivio per organizzare i contenuti.

Come utilizzarli nella tassonomia del sito

Partiamo dall’ovvio: i tag non sono e non devono essere le parole chiave del tuo articolo.

La loro natura è di contenitori e come tali vanno utilizzati. Il loro utilizzo è strettamente correlato a quello delle categorie. I due sono infatti elementi tassonomici imprescindibili per il corretto sviluppo dell’architettura informativa di un blog in WordPress.

Le categorie permettono di creare pagine di archivio che organizzino i contenuti in modo orizzontale, mentre i tag permettono di effettuare un’organizzazione verticale. In pratica i TAG servono a raggruppare articoli appartenenti a categorie diverse che condividono alcuni aspetti/caratteristiche.

Come usare i TAG

Fra gli esempi che faccio più spesso vi è quello che ho applicato ad una delle realtà editoriali che gestisco, un sito legato alla nicchia dell’entertainment. Questo blog ha diverse categorie, come quella dedicata ai “Film”, ai “Libri”, alle “Serie TV” e alla “Tecnologia”.

Durante la fase di ricerca delle parole chiave ne avevo trovate alcune di molto interessanti che però toccavano articoli appartenenti a diverse categorie. Il concetto di “Fantasy“, ad esempio, può essere legato tanto a un film quanto ad libro o ad una una serie televisiva. Ecco la creazione del tag “Fantasy” mi ha permesso di creare una pagina di archivio con l’obiettivo di posizionarmi per query legate al genere fantastico.

Un altro esempio classico è quello della cucina. Se nel tuo blog di ricette hai creato le categorie “Primi piatti”, “Antipasti” e “Secondi” potresti usare in modo efficace i TAG per gli ingredienti, come “Ricette con il pomodoro”, “Ricette con le acciughe” o “Ricette con le cipolle”.

In questo modo hai creato una struttura trasversale che ti permette di collegare articoli di categorie diverse in una pagina utile all’utente e alla SEO. Ma potresti fare lo stesso anche creando tag che leghino le caratteristiche delle varie ricette, come “Bio”, “Per celiaci” e “Vegano”.

Come posizionare i TAG

Aspetta, vuoi dire che si possono posizionare? Certo, sennò che li staremmo ad utilizzare a fare?

Al pari delle categorie, queste pagine di archivio possono potenzialmente posizionarsi anche per query parecchio voluminose che possono portare al blog un gran numero di visite organiche al giorno.

Vanno, però, ottimizzati e gestiti nel modo corretto, o rischiamo di non sfruttarne appieno il grande potenziale e di creare semplici contenitori dallo scarso valore.

I consigli da seguire, per l’ottimizzazione e posizionamento dei TAG, sono gli stessi di tutte le altre pagine del tuo sito. Devi quindi ricordarti di curare la SEO on-page della pagina di archivio, curando:

  • Tag title e meta description, i quali dovranno contenere le query che hai deciso di puntare durante la fase di keyword research.
  • Testo della pagina, che dovrà essere più o meno corposo in base allo studio delle SERP precedenti e che dovrà essere ottimizzato.
  • I link interni, che dovranno puntare alla pagina di archivio che ti interessa posizionare.

Questi sono gli elementi SEO fondamentali che non possono mancare, ma ovviamente dovrai anche creare un URL SEO friendly, potrai utilizzare i tag di titolazione (h2, h3 ecc), dovrai inserire le chiavi in grassetto, potrai inserire un indice dei contenuti (come con Table of Content +), in caso la descrizione della pagina sia piuttosto lunga, e via discorrendo.

Consigli pratici di utilizzo

Ok, ormai la teoria è chiara.

Vediamo allora come intervenire in modo pratico e di fare chiarezza su alcune domande che mi vengono poste frequentemente a riguardo della gestione di questo elemento tassonomico di WordPress.

Quanti TAG si possono avere?

Puoi averne 0 come 1000. Non è la quantità a fare la differenza, ma la qualità con cui vengono generati e sfruttati. Un blog con poco meno di 40-50 articoli potrebbe facilmente non prevederne l’utilizzo, oppure utilizzarne solo un paio, mentre realtà editoriali multi-redazionali potrebbero necessitare l’utilizzo di centinaia e centinaia di pagine TAG per il proprio sito.

Il consiglio generale è quello di non creare mai pagine di archivio, che siano categorie o tag, con meno di 3-5 articoli. Perderebbero il loro senso.

Devo averli per forza?

Come detto appena più sopra, no, puoi tranquillamente non utilizzarli. Se durante la fase di ricerca delle parole chiave e di sviluppo dell’architettura informativa sei arrivato a sviluppare un sito che non ne preveda l’utilizzo, benissimo così. Tranquillo, né Google né WordPress se la prenderanno con te.

Se ho sbagliato a crearli, come intervengo in sicurezza?

Se ti sei accorto di aver fatto alcuni errori nella gestione dei TAG sul tuo blog WordPress, è il caso di correre ai ripari, così da ottimizzare il crawl budget e migliorare la qualità media dei tuoi contenuti tagliando quelli che oggi rappresentano thin content.

Come intervenire, quindi?

1. Per prima cosa sarebbe il caso di effettuare una valutazione di tipo strategico per comprendere se l’utilizzo o meno dei TAG può essere intelligente all’interno della propria realtà editoriale/corporate blog.

2. Va poi analizzato ogni singolo TAG del sito, via Google Analytics e Google Search Console, per verificare se ci sono o meno alcuni di questi che ricevono traffico o che si posizionano per qualche keyword. Avrebbe anche effettuato un controllo con tool come Majestic per verificare che nessuno di questi riceva dei link esterni.

3. Ora puoi procedere con la parte tecnica. Se le pagine di archivio non ricevono traffico e link e non sono utili alla tua campagna SEO, puoi prenderli e eliminarli, segnalandoli come errori 410. Se, invece, ricevono traffico ma non sono utili a livello di tassonomia o magari cannibalizzano, meglio effettuare un redirect a contenuti più appropriati. Nel caso in cui, invece, non ricevano traffico ma siano interessanti per la tua strategia, devi intervenire ottimizzandoli, così da riuscire a posizionarli.

 

Per quanto riguarda la gestione SEO dei TAG, questo era tutto. Spero di essere stato chiaro e che l’articolo fosse interessante. Se hai qualche domanda in merito non esitare a farmela qui sotto nei commenti, sarò più che felice di aiutarti 🙂